Il Gruppo MEIC di Ostuni è sempre attento alle tematiche riguardanti la tutela delle donne e la tutela dei diritti dei più fragili.
Attraverso queste riflessioni, abbiamo avuto dare un segno di vicinanza per sostenere e ricordare le donne vittime di ogni forma di violenza.
Sì, perché la Violenza ha tante ramificazioni, che vanno estirpate dalle radici e queste radici sono culturali e mentali, crescono nel terreno fertile dell’ingiustizia, del pregiudizio e del possesso.
Responsabilità di ciascuno è di non restare indifferenti.
M.Lora Minetti Presidente – Gruppo MEIC di Ostuni
In questa giornata di memoria e impegno, mi unisco al coro di voci che chiedono rispetto, giustizia e dignità per ogni donna. La violenza di genere non è solo un problema individuale, ma una ferita collettiva che interpella la coscienza di tutti. Come comunità cristiana e civile, siamo chiamati a riconoscere i segni del dolore, a sostenere chi ne è vittima, e a promuovere relazioni fondate sulla cura, sull’ascolto e sulla reciprocità.
Leonardo Petraroli
Siamo accanto agli uomini sempre, ci occupiamo di loro, partoriamo i loro figli, li accogliamo e li sosteniamo sempre. Eppure per alcuni maschi, non c’è alcun moto di gratitudine per le loro compagne, c’è poco amore per noi. Ribelliamoci.
Rachele Pomes
INIZIA TUTTO DALLE MANI. LE MANI CHE PRENDONO IL SOPRAVVENTO, LE MANI CHE AFFERRANO CON POSSESSIONE E SENZA DOLCEZZA. NON VA BENE COSÌ!
TUTTE….TUTTE LE DONNE HANNO BISOGNO DI ESSERE SFIORATE CON MANI DELICATE, PER SENTIRSI PROTETTE E PERDUTAMENTE AMATE.
Lilia Pacifico
Nella mia riflessione sulla giornata contro la violenza sulle donne faccio mie le parole di un grande della letteratura Inglese, William Shakespeare, il quale a, proposito della donna affermava che “La donna è uscita dalla costola dell’uomo, non dai piedi perché dovesse essere pestata, né dalla testa per essere superiore, ma dal fianco per essere uguale… Un po’ più in basso del braccio per essere protetta e dal lato del cuore per essere amata”. Affinché ogni donna possa trovare il giusto posto, non venga più calpestata, violentata; affinché non si assista più a femminicidi ma regni sovrano il rispetto, e l’uguaglianza tra i generi umani.
Gianfranco Moro
Mai sporcare un fiore bianco e puro
Con gli occhi che si illuminano ogni volta in un andirivieni di coraggio e speranza, che solo una donna sa dare nei momenti difficili della vita.
Giuseppe Pulito
Sino a quando ci sarà anche un solo episodio di violenza verbale, fisica, morale, sarà necessario sempre mantenere alta l’attenzione su questi fenomeni non solo una volta l’anno ma tutti i giorni. Tutte le forme di violenza, e in particolare quella verso le donne, offendono non solo chi la subisce ma la dignità di tutta l’umanità. Non giriamoci dall’altra parte ma con coraggio affrontiamo la vera sfida di riconoscere contrastare questi fenomeni.
Michele Sgura
Il 25 novembre deve ricorrere ogni giorno, per quanti sono i giorni dell’anno e ogni attimo dell’esistenza umana. Nella circostanza rivolgiamo l’attenzione su una delle violazioni di diritti umani, civili e morali più diffuse, persistenti e devastanti del pianeta: la violenza contro le donne.
Tale ricorrenza non deve essere una celebrazione, ma un impegno: l’amore vero è rispetto, mai sopruso; la giornata contro la violenza sulle donne non è solo un modo per ricordare le tante vittime, ma un momento cruciale per riflettere, sensibilizzare e agire concretamente: ciascuno di noi, nel proprio piccolo, con la propria azione, può contribuire a combattere una grande ingiustizia sociale, rompendo il silenzio e promuovendo una cultura del rispetto, della parità di genere fin dall’infanzia
Nessuna donna deve essere lasciata sola; è necessario adottare azioni, politiche civili e morali concrete per garantire sicurezza e supporto a tutte le figlie, sorelle e madri; adoperiamoci con fatti e non parole, affinché ogni donna sia libera di vivere la propria vita in piena dignità e sicurezza.
E’ giunto il momento di dire basta al silenzio e all’indifferenza.
Mario Monopoli
Una carezza per le donne che hanno subito violenza ma non riescono a trovare il coraggio di denunciare, perché abbiano la forza di reagire e trovino ascolto e supporto nella società e nelle istituzioni.
Non firmato
Vecchi e nuovi stereotipi costringono le donne a seguire una via che altri, più o meno consapevolmente, hanno tracciato per loro. Preghiamo affinché la collettività e la politica, tutelino e valorizzino il multiforme ingegno della donna.
Non firmato
Un pensiero per tutti coloro che hanno perso una persona cara per femminicidi, perché trovino la forza di superare tale dolore e perché si rompa la spirale di violenza.
Non firmato
Il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della Violenza contro le Donne, è una data che ci chiama a una riflessione collettiva. Non occorre solo condannare l’orrore della violenza, ma anche onorare ciò che la violenza cerca di spezzare: l’orgoglio di essere donna, una persona che non è inferiore, dipendente, incompleta, ma forte, compiuta, autonoma.
Non firmato
89. Ad oggi sono state 89 le donne uccise in Italia dall’inizio di quest’anno. La povera Andromeda Ford, uccisa con la madre Anastasia dal padre, sedicente regista, aveva soltanto un anno. Basterebbe questa sola mostruosità per urlare: “Basta!”. Ma con le urla cosa si risolve? In una società, in un mondo fondato sulla violenza, con donne che ne piangono le vittime, o che ne sono vittima esse stesse, occorre un cambio di cultura. Occorre un abbraccio di pace, una presa di coscienza collettiva che isoli sempre più quei maschi (che non hanno il titolo di uomini) che opprimono le donne dopo aver detto (o addirittura continuando a dire) di amarle, e che salvi dall’isolamento le donne vittime di violenza che, prima ancora di essere fisica, può essere morale, culturale, economica, finanche esercitata da altre donne. Accompagniamo le donne, fin da bambine, nell’ avere coscienza, autostima, coraggio. E che quel tragico contatore di vittime si possa fermare per sempre.
Ferdinando Sallustio
Ci sono cose di cui non vorrei scrivere, perché vorrei che non esistessero.
Il 25 novembre è una data diversa dalle altre.
È un giorno in cui essere più attenti e sensibillizzanti.
È dire una volta in più che la violenza contro le donne, nel nostro Paese, è una piaga da combattere con fermezza promuovendo la cultura del rispetto e della tenerezza verso le vittime dei femminicidi.
M.Lora Minetti

In una foto degli anni ’50 le sorelle Mirabal appaiono forti, sorridenti: Patria Mercedes, María Argentina Minerva e Antonia María Teresa sono le tre sorelle uccise brutalmente il 25 novembre del 1960 dal regime del dittatore Trujillo (Repubblica Domenicana) a cui loro avevano tentato di opporsi.


