Commento al vangelo di LUCA DE FEO

Commento al vangelo di LUCA DE FEO
10 Dicembre 2023 loscudo_admin

XXVIII domenica per annum B

 

Liberi per accogliere la vita eterna


Raccontando il
camminare di Gesù verso Gerusalemme, fra l’insegnamento sul matrimonio (Mc 10,2-12) e l’insegnamento sulla dipendenza dalle ricchezze (Mc 10,17-30) l’evangelista Marco inserisce a chiave di lettura di entrambi lammonimento Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino non entrerà in esso (Mc 10,15): il regno di Dio e le sue implicazioni vanno accolticon la fiducia di un bambino verso quanto gli viene donato e con la disponibilità dei genitori a rifondare l’esistenza per la nascita di un bambino.

L’insegnamento sulla ricchezza è la risposta di Gesù a un tale che lungo la strada gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna (Mc 10,17).

Marco lascia quest’uomo un po’ evanescente, forse per lasciare al lettorel’opportunità di riconoscersi in lui. Lo presenta tuttavia ben disposto verso Gesù:il correre incontro a lui, il gettarsi in ginocchio davanti a lui, il chiamarloMaestro buono (Mc 10,17) dicono che non rivolge una domanda trabocchetto (Mc 10,2). In realtà il racconto lo rivelanon pronto ad accogliere il regno di Dio (la vita eterna – Mc 10,17) come un bambino.

Non sa accoglierlo come lo accoglierebbe un bambino, come dono gratuito; lo pensapiuttosto premio dovuto a quanto potrà meritare (cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna – Mc 10,17) e aquanto già meritato (Tutte queste cose le ho osservate dalla mia giovinezza – Mc 10,20). Mette al centro se stesso, le sue opere, non l’opera di Dio.

Nemmeno accoglie il regno di Dio come si accoglierebbe un bambino dando nuove priorità all’esistenza. Gesù gli chiede di rinunciare a tutto ponendo al centro prima i poveri e poi il seguirlo, quasi a ricordandogli chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede (1 Gv 4.20). Lui sconvolto da questa prospettiva, fuori dal suo essere uomo religioso, a queste parole si fece scuro in volto e se ne andò rattristato, aveva infatti molti beni (Mc 1,22). Non riesce a capire che “non si può essere discepoli che seguono in modo libero e gioioso il Vangelo se la schiavitù la portiamo dentro di noi, se il cuore è legato con catene al benessere, alla mondanità, al nostro punto di vista …  ancor più necessario è uno sguardo nuovo, una nuova visione delle cose, della vita, dei beni” (+ GIANNI AMBROSIO).

Problemi per la piena accoglienza del regno di Dio emergono anche fra idiscepoli. Senza dubbio hanno rifondato le loro esistenze sulle priorità dell’evangelo e Pietro può dire Noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito (Mc 10,27). Ciononostanterimangono anche loro sconcertatidall’insegnamento di Gesù (Mc 10,24) fino a pensare E chi può essere salvato? (Mc 10,26).

Anche per loro, per noi discepoli di oggi,c’è un cammino da fare: seguire Gesù,vivere le esigenze del regno è difficile(Mc 10,23.24), sconvolgente, fuori daschemi consolidati, può persino apparire impossibile. Ma Gesù, pur riconoscendoquanto sia difficile per quelli che posseggono ricchezze entrare nel regno di Dio (Mc 10,23), nello stesso tempo offre ai discepoli di ieri e di oggi una speranza:Impossibile agli uomini, ma non  Dio! Tutto è possibile a Dio (Mc 10,27).

Entrare nel regno di Dio è dono che si riceve, non si merita.

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