Commento al vangelo di LUCA DE FEO

Commento al vangelo di LUCA DE FEO
10 Luglio 2025 loscudo_admin

XIV Domenica per annum C

Messaggeri del regno, messaggeri di pace

 

Ad un certo punto del suo ministero in Galilea Gesù designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi (Lc 10,1). Le istruzioni date loro si aprono con In qualunque casa entriate, prima dite “Pace a questa casa” (Lc 10,3) e si concludono con e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio” (Lc 10,9) facendo capire che pace coincide con regno di Dio e regno di Dio con pace.

I discepoli e la Chiesa annunciano il giungere del regno quale pace per la città degli uomini, chiamata a divenire la Gerusalemme Nuova, dove si realizza la promessa del profeta all’antica Gerusalemme devastata da guerre e incapacità dei suoi sovrani  Ecco io farò scorrere verso di essa come un fiume la pace (Is 66,12)

Recepiscono nel mondo di oggi il desiderio di pace dei “padri e madri di famiglia” (GIOVANNI XXIII, Messaggio 11-09-1962), e l’insegnamento dei papi degli ultimi secoli fino al recente ammonimento di papa Leone XIV

“Come si può credere dopo secoli di storia che le azioni belliche portino pace e non si ritorcano contro chi le adotta? (…) Come si può continuare a tradire i desideri di pace dei popoli con le false propagande del riarmo nella vana illusione che la supremazia risolava i problemi anziché alimentare odio e vendette? (…) La gente non può morire per fake news” (Discorso al ROACO /26-06-2025)

Innanzi tutto pregano per la pace, ma anche in modo  continuo e capillare lavorano per creare un’opinione pubblica convinta che “ripudiare le guerre” si traduce in politiche di disarmo, pronti a controbattere a chi si insinua per convincere dell’inevitabilità della guerra. Sanno che “Davanti ad un lessico smodato di guerra possiamo rispolverare da cristiani un linguaggio di pace e recuperare un vocabolario alternativo” (BERNARDO GIANNI, abate di S. Miniato).

I discepoli annunciano il Regno di Dio e la pace nel loro vivere l’alternativa dell’evangelo nella comunità cristiana. Quando Paolo scriveva ai Galati Non è, infatti, la circoncisione che conta ne la non circoncisione, ma l’essere nuova creatura. E su quanti seguiranno questa norma sia pace e misericordia come su tutto l’Israele di Dio  (Gal 6,15-16) aveva appena concluso una vivace polemica contro tradizionalisti giudaizzanti e invitava a rigettare con  decisione nostalgie passate per vivere la perenne novità di Cristo, realizzazione del Regno e dono di pace.

I discepoli e la Chiesa divengono portatori del Regno di Dio e costruttori di pace nelle quotidiane relazioni con uomini e donne. Il comando di Gesù Prendetevi cura di loro (Lc 10,9) è tradotto da papa Leone, per i sacerdoti ma anche per tutti, in “<essere> seme di concordia in mezzo ai fratelli, caricandosi sulle spalle chi si è perduto, donando perdono a chi ha sbagliato, andando a cercare chi si è allontanato o è rimasto escluso, curando chi soffre nel corpo o nello spirito in uno scambio di amore che nascendo dal fianco del Crocifisso avvolge tutti gli uomini e riempie il mondo” (Giubileo dei sacerdoti /27-06-2025).

Gesù avverte di essere messaggeri del regno e costruttori di pace in debolezza e mitezza: come agnelli in mezzo a lupi (Lc 10,3) in una società dai poteri forti arroganti e refrattari alle esigenze della pace da attraversare senza sacca, né bisaccia, né sandali (Lc 10,4), disarmati per poter disarmare.

 

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